Mese: Luglio 2021
Gv 6,24-35
In quel tempo, quando la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?».
Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo».
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno tu compi perché vediamo e ti crediamo? Quale opera fai? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: “Diede loro da mangiare un pane dal cielo”». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: non è Mosè che vi ha dato il pane dal cielo, ma è il Padre mio che vi dà il pane dal cielo, quello vero. Infatti il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo».
Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
LE CIBARIE
come dei cercatori di tartufo
lo inseguono di qua e di là del mare
quasi fuggendo via dalle zanzare.
hanno in mente d’aver sbafato gratis
lui è un fornaio e una cisterna d’acqua,
però di vita eterna lo è per loro,
che lo assediano, genti tutte in coro.
Guido Oldani – inedito
Fonte: Il Messaggero
Ratzinger rompe di nuovo il silenzio scelto e critica un ministero, in Germania, senza cuore e Spirito, finendo nella mondanità e nel suo mainstream. Corregge anche il termine, demondanizzazione, da lui usato tempo addietro a Friburgo, in quanto evidenzia solo la distinzione dal mondo e non anche l’aspetto positivo il vivere la fede nel mondo.
Traduzione automatica: Papa emerito mette in guardia contro la “scappa nel puro insegnamento”
Benedetto XVI. dà uno sguardo autocritico al concetto di “demondizzazione”
Con la sua richiesta di una “demondizzazione” della Chiesa in Germania, papa Benedetto XVI. 2011 per la discussione. Ora il 94enne si è espresso in modo critico sul termine. Tuttavia, non riprende le sue critiche fondamentali.
Berlino / Friburgo – 26 luglio 2021
Papa emerito Benedetto XVI. (2005-2013) ha commentato in modo autocritico il concetto di “demondizzazione” da lui utilizzato nel 2011 nel suo acclamato discorso di Friburgo. “Non so se la parola ‘Entweltisierung’, che deriva dal vocabolario di Heidegger, sia stata abilmente scelta come parola chiave finale a Friburgo”, scrive il 94enne in un articolo su “Herder Korrespondenz” (agosto). Il termine indica la parte negativa del movimento di cui si occupa, “cioè uscire dalla parola e dai vincoli pratici di un tempo nella libertà di credo”. Tuttavia, questo lato, il positivo, non si esprime adeguatamente con la parola “demondizzazione”.
Critica della testimonianza inadeguata degli operatori della chiesa
Durante un discorso alla Konzerthaus di Friburgo, Benedetto XVI. Come parte della sua visita in Germania nel settembre 2011, la Chiesa cattolica in Germania ha ammonito con la parola offuscata di “demondizzazione” a non fare affidamento sui privilegi secolari e ad adempiere la sua missione nel mondo in modo più coerente. Allo stesso tempo aveva sollevato la questione se la chiesa tedesca non fosse più forte nelle sue strutture e organizzazioni che nella sua fede.
Nel suo contributo al “Herder Korrespondenz”, per il quale il Papa emerito ha risposto per iscritto alle domande, secondo la rivista, si lamenta Benedetto XVI. Nel contesto del suo intervento sull'”evacuazione”, una testimonianza di fede degli operatori ecclesiali in Germania, dal suo punto di vista inadeguata: “Nelle istituzioni ecclesiali – ospedali, scuole, Caritas – sono coinvolte molte persone in posizioni decisive che non supportano la missione interna della chiesa e quindi oscurano molte volte la testimonianza di questa istituzione”. Ciò ha un impatto soprattutto nei pronunciamenti e nelle dichiarazioni pubbliche. “La parola della chiesa ufficiale è stata formata per esprimere il contrasto tra ciò che è ufficialmente richiesto e ciò che si crede personalmente. La parola chiesa ufficiale insinua una contraddizione interna tra ciò che la fede vuole e significa realmente e la sua spersonalizzazione”, ha detto Benedetto.
Avvertimento di una “fuga nell’insegnamento puro”
Sfortunatamente, ora è il caso che i testi ufficiali della Chiesa in Germania siano in gran parte formati da persone per le quali la fede è solo ufficiale. “In questo senso, devo ammettere che la parola chiesa ufficiale si applica effettivamente a gran parte dei testi ufficiali della chiesa in Germania”, ha continuato il 94enne. Finché solo l’ufficio, ma non il cuore e lo spirito, parlava nei testi ufficiali della chiesa, l’esodo dal mondo della fede sarebbe continuato. «Per questo mi sembrava importante allora come oggi far uscire la persona dalla copertura dell’ufficio e aspettarmi una vera e personale testimonianza di fede dai relatori della Chiesa», scrive il Papa emerito.
Altrove nel testo, invece, l’ex prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede assume un tono sorprendentemente mediatore. Mette in guardia la chiesa contro una “fuga nella pura dottrina” che, a suo avviso, è “completamente irrealistica”. “Una dottrina che esisterebbe come una riserva naturale separata dal mondo quotidiano della fede e dai suoi bisogni sarebbe allo stesso tempo una rinuncia alla fede stessa”, ha detto letteralmente Benedetto. La dottrina deve svilupparsi dentro e fuori dalla fede, non starle accanto. (stz)
Gv 6,1-15
In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei.
Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo».
Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini.
Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano.
E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.
Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo.
PESCI E PANE
i virus coi vaccini e mascherine,
alla fin fine sembrano un tutt’uno
nel farne lucro del genere umano.
questo, di sangue sembra sia un flacone,
da consumarsi come in ospedale
ma gesù invece con due pesci e il pane
macina come stuoli di mulini
e sazia tutti mai nessuno escluso,
se pure ha gli assassini lì vicini.
Guido Oldani- inedito
Vernissage 22 luglio 2021 ore 18 presso il Museo Archeologico Nazionale di Tarquinia.
La mostra resterà aperta fino al 5 settembre. Orario: 9-19.
Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
LA LIMATURA
gli raccontano quel che han detto e fatto,/sembrano un fiasco rovesciato tutto,/lui li porta al riposo meritato./e con la barca vanno ad isolarsi/ma in quel luogo già il popolo li attende/ a cui insegna, dispersi nella vita,/limatura, ma senza calamita.//
Guido Oldani – inedito
Nella sua prima lettera pastorale dopo la diffusione a tappeto de Il Mito del XX secolo di Alfred Rosenberg, principale teorico del nazismo razzista, von Galen fa diffondere nelle chiese, il 1° aprile 1934, Pasqua, la sua prima lettera pastorale: «Una nuova nefasta dottrina totalitaria che pone la razza al di sopra della moralità, pone il sangue al di sopra della legge (…) ripudia la rivelazione, mira a distruggere le fondamenta del cristianesimo…». È solo il primo passo, seguito da più contestazioni fino a una sorta di «chiamata alle armi» nel maggio 1941, quando non ne può più di indugi e timidezze e scrive al vescovo Wilhelm Berning che, davanti alla «violenza pressoché insopportabile inferta alla libertà della Chiesa» dal Reich, questa non può più tacere. Lui stesso finora ha tacitato la sua coscienza dicendo a sé stesso che «se il cardinale Bertram e tanti vescovi, che mi superano per esperienza e per virtù, di fronte a tutto ciò restano tranquilli, e si contentano di proteste cartacee e inefficaci, completamente ignorate dall’opinione pubblica» sarebbe arrogante, disdicevole o «pazzesco» se fosse lui a ergersi su tutti: «Ma la mia coscienza non sopporta più d’essere messa in pace con questi argomenti ex auctoritate». Ricorda come, in nome dei valori cristiani, «san Thomas Becket, san Stanislao di Cracovia e altri santi vescovi sono morti martiri». Cita «la parola di Isaia a proposito dei canes muti, non valentes latrare», i cani muti, incapaci di abbaiare…
Fonte: Corriere della Sera
Ordine sacro e ministeri laicali
Settimana liturgica (2-7 agosto dalle 19 alle 20) a cura di padre Ildebrando Scicolone presso il Monastero Benedettino Beato Dusmet a Nicolosi, Catania.
Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
PATTUGLIE
li raduna che sono una dozzina
come le uova prese al mercatino
per fare una frittata per la cena.
e vanno a due a due sempre a piedi
che di spiriti impuri ce n’è un sacco
e non portano niente, che è da matti,
ma se lasciano case, finte tonte
e i tipi dentro come piatti sporchi
si scuotono la terra dalle suole,
peggio che dirgli orribili parole.
Guido Oldani-inedito
Ddl Zan, 70 associazioni cattoliche: «Il Senato non si volti dall’altra parte»
Non si imponga la teoria gender alle famiglie.
Fonte: Il Messaggero
Voglio condividere con voi questo intervento del cardinale Comastri
Mc 6,1-6
In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.
IL FALEGNAME
va dappertutto, entra in sinagoga
dove non trova certo grande amore
ma mai che molli una qualsiasi prova.
sa che il profeta non è amato in patria,
conosce più di un’enciclopedia
cui si aggiunga dell’opportuno sale;
figlio di un falegname, lo è lui stesso,
delle teste di legno sa ogni cosa,
lì non è certo il luogo suo ideale
ma guarisce pur tra la gente in prosa.
Guido Oldani- inedito