È facile dire: aggrappati a Gesù. Un momento, andiamo con ordine. Ci sono periodi, nella vita, in cui sembra che ogni certezza venga meno: non che uno creda in cose come la sfortuna; sarebbe più ragionevole pensare alle molestie del demonio. Comunque sia, va tutto male: al lavoro, negli affetti, nel regime economico, nell’organizzazione del tempo. Sembra che il negativo si concentri su di te, e non abbia altri bersagli da colpire. In questi casi, in ambito cattolico, si consiglia di aggrapparsi a Cristo. Niente da eccepire, ma si dimentica che aggrapparsi a Gesù vuol dire assumere come valida la sua prospettiva, il suo sguardo sulle cose. Per Lui non è stato facile venire nel mondo che ha creato e gli si è voltato contro. Questo sì che è un caso di molestia totale, umanamente intollerabile. Gesù ha vissuto controcorrente, ha percorso il torrente in senso opposto, come i salmoni, perché abbiamo cambiato la direzione della vita. Aggrapparsi a Gesù significa una cosa precisa: guizzare, come il salmone, in direzione ostinata e contraria, come ha cantato qualcuno. Ciò implica un sentimento perduto, di cui è divenuto incomprensibile perfino il nome: lo zelo. Solo questa passione tenace per il bene, l’opposto dell’accidia, consente di andare nel senso antitetico rispetto a quello dell’intera società: ma solo allora si sperimenta la libertà dei figli di Dio, superiore a ogni altra gioia terrena.
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PAPI PIO
i suoi pensieri, le sue vie non sono le nostre…non siamo di questo mondo…d’altronde beati…tutto ciò che normalmente non vorremmo…