Dom Scicolone, Messaggio di Natale 2020

Messaggio di Natale 2020

    Auguro a tutti voi e alle vostre famiglie un Buon Natale. Tutti sappiamo che il Natale 2020 sarà unico, e speriamo non si ripeta. Sarà un bene o un male? Dipende da noi. Ci sono tre modi di intendere e di vivere questa festività: 

  • C’è il Natale consumistico: feste, luminarie, pranzi, cenoni, regali. Non si celebra la nascita del nostro Redentore, ma “Babbo Natale”. Quest’anno ci sarà, ma in misura ridotta. E potrebbe essere un bene, per riscoprire, da parte dei cristiani, gli altri due aspetti.
  • C’è il Natale devozionale: nasce un bambino, da genitori poveri, fuori casa, deposto in una mangiatoia, scaldato dagli animali; ci parla di umiltà, semplicità, gioia per il lieto evento. A questo ci prepara una novena, con preghiere e canti popolari, gli zampognari…
  • C’è il Natale “teologico-sacramentale”. Quel bambino è Dio che nasce come uomo, e porta a compimento ciò che profeticamente era stato preparato e simbolicamente annunziato al popolo ebraico: il Signore viene.

La nascita di Gesù può e deve essere vista come l’unione sponsale tra Dio e l’uomo.

Tante profezie annunziavano al popolo di Israele: “Tuo sposo è il tuo Creatore” (Is 54, 5); “mi ricordo di te… dell’amore al tempo del tuo fidanzamento” (Ger 2, 2); “ti feci un giuramento e strinsi alleanza con te – oracolo del Signore Dio – e divenisti mia” (Ez 16, 8); “il re si è invaghito della tua bellezza. E’ lui il tuo Signore: rendigli omaggio” (sal 45, 12); tutto il Cantico dei cantici. In questi e simili testi veterotestamentari, il matrimonio umano è immagine del rapporto tra Dio e il suo popolo. Ma quando Dio si fa uomo, quella immagine diventa realtà: Dio è unito “indissolubilmente” all’umanità, quando “il Verbo si è fatto carne”: Gesù, “vero Dio e vero uomo” è il compimento del piano di Dio. Il Natale del Signore è l’evento dell’unione sponsale tra Creatore e creatura. Il grembo di Maria è stato il “talamo nuziale” dal quale è nato il Salvatore. 

Ecco perché a Natale cantiamo che Gesù nasce come “il sole che esce dalla nuziale”

(sal 18), del quale Dio dice “Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato” (sal 2). Questo accostamento con il sole ha fatto sì che, a Roma, si celebrasse la natività a mezzanotte tra il 24 e il 25 dicembre. 

Questa data non si trova registrata nei Vangeli. Che fosse notte, si può desumere da Luca che parla dei pastori che pernottando, vegliavano il gregge. Ma perché proprio “a mezzanotte”, e il 24/25 dicembre? Il giorno è stato scelto perché i Romani festeggiavano la “nascita del sole”: da quel giorno “solstizio” d’inverno, il sole comincia a crescere (al contrario, il 24 giugno, festa di s. Giovanni Battista, comincia a diminuire comincia a decrescere: Giovanni diceva “bisogna che lui cresca e io diminuisca”). E perché a mezzanotte? Perché in Sap 18, 14 leggiamo. “Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose e la notte era a metà del suo rapido corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, … si lanciò…”. La mezzanotte la ritroviamo in Mt 25,6: “A mezzanotte si alzò un grido: Ecco lo sposo! Andategli incontro”. Vedete come Gesù nasce a mezzanotte perché è lo Sposo che viene. Ciò si è verificato nella nascita e si verificherà alla seconda venuta. E si verifica ogni volta che noi siamo nella mezzanotte e si fa vedere dentro di noi, il Sole che sorge dall’alto”.

    Questo è il mio augurio per tutti e per ciascuno di voi.

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