Come vivere la sofferenza? di don Fabrizio Centofanti

Nella navigazione della vita c’è uno scoglio inevitabile: la sofferenza. Da qualche parte spunta, anche fuggendola. I tentativi di aggirare il dolore falliscono regolarmente, perché le situazioni rimosse continuano ad agire nell’inconscio, causando più danni. 

Una forma certamente perdente di gestione del problema è l’evasione: è il classico “bere per dimenticare”, che può essere esteso ben oltre l’uso e abuso di alcol. Ciò che si cerca di rimuovere è la morte, la grande paura che si concretizza in piccole paure distribuite nelle nostre giornate. 

Proprio qui si prospetta la soluzione del problema. La fede cristiana è pasquale, costituita inscindibilmente da morte e risurrezione, dolore e gioia, sacrificio e festa. L’esistenza umana sulla terra è il luogo dell’unione degli opposti. 

Una gioia incompatibile con la sofferenza è destinata a esaurirsi, perché il dolore è onnipresente.

Donandosi con gioia anche nel sacrificio della croce, Dio ci mostra la via da percorrere: integrare la sofferenza nell’amore, per trasformarla in qualcosa di nuovo. La novità è la Pasqua: ogni volta che proclamiamo la morte del Signore e annunciamo la Sua risurrezione accogliamo la manifestazione del senso vero della vita, l’unico capace di portare con sé una gioia che non finisce, resistente a qualsiasi dolore.

2 interventi su “Come vivere la sofferenza? di don Fabrizio Centofanti

  1. elena andria

    “L’esistenza umana sulla terra è il luogo dell’unione degli opposi”
    E’ il senso stesso della croce!

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