Intervista al card. Scola su De Lubac

Papa Bergoglio come i suoi diretti predecessori sulla Cattedra di Pietro sembra prediligere questo grande suo confratello francese (assieme a Michel de Certeau). Ci può spiegare, eminenza, perché Henri de Lubac è ancora così rilevante per la Chiesa di oggi e per la società post-cristiana alla luce anche del magistero dell’attuale Pontefice?
Penso possa bastare il riferimento alla «mondanità spirituale» già da lei introdotto. Il Papa ne ha più volte parlato in esplicito riferimento a De Lubac. Francesco, che nella sua formazione ha senza dubbio studiato accuratamente i teologi gesuiti, non poteva riprendere questa categoria delubachiana senza penetrare nello spirito del grande autore. La tentazione della mondanità spirituale è in fondo un mal interpretato adattamento della verità, della bontà e della bellezza dell’avvenimento di Gesù Cristo alla cultura dominante. Inadeguate riflessioni di stampo intellettualistico e moralistico rappresentano, tanto più in quest’epoca dolorosa del coronavirus, l’ostacolo maggiore alla possibilità che l’uomo di oggi, assetato di felicità, veda trasparire sul volto della Chiesa la bellezza del volto di Cristo.

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/il-pensatore-riabilitato-da-giovanni-xxiii

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