La preghiera del battito, di don Fabrizio Centofanti

Molti si lamentano per le distrazioni da cui sono assaliti durante la preghiera. La causa, spesso, è una orazione fatta solo con la mente, a discapito della persona nella sua interezza. La soluzione sta nel coinvolgimento reale e intimo dell’identità. I Padri orientali consigliavano l’ascolto del battito del cuore, con cui si percepisce qualcosa che ci supera e spalanca scenari sorprendenti. Solo questa pratica ha il potere di cacciare i pensieri importuni, che si nutrono di negatività e di alienazione. La preghiera del battito – unitamente alla memoria dell’amore, alla sosta davanti al volto di Cristo e alla scelta di non mettere la propria persona in primo piano – costituisce l’ambiente ideale per la conservazione e l’evoluzione della vita nello Spirito. Esercitarsi in questo è la garanzia di una preghiera intima, autentica, sentita. Non si tratta di abilità particolari, ma della consonanza col lavoro dello Spirito, l’artefice di tutto ciò che è vitale nell’essere umano. Questa attitudine consente di impiegare nel modo più fruttuoso i propri talenti, che necessitano di un simile humus per essere riconosciuti e investiti. 

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