Mons. Dal Covolo, Le indulgenze sono “sorpassate”?

E’ ANCORA ATTUALE L’INDULGENZA?

La riflessione sulle indulgenze è delicata e complessa, specialmente se si vuole trattarne in estrema sintesi, come ci proponiamo di fare in questa sede.

Uno sguardo complessivo alla storia della Chiesa

Volendo semplificare al massimo, possiamo affermare che l’itinerario storico dell’indulgenza mette in luce un fatto inequivocabile. Nella coscienza della Chiesa si è fatta strada lungo i secoli, e in modo sempre più deciso, una persuasione di fondo: cioè che nell’ambito spirituale “tutto appartiene a tutti”.

    In questa prospettiva la testimonianza e l’intercessione dei martiri e dei confessori della fede, come pure le preghiere e le opere buone dei fedeli, appaiono autentiche “fonti di indulgenza”, perché alimentano quel tesoro di santità a cui la Chiesa attinge per distribuire l’indulgenza stessa.

    Di fatto, il cammino della fede e le molteplici esperienze di grazia del credente non possono mai essere considerati come una proprietà privata.

E’ indispensabile, a questo punto, un esplicito riferimento alla Costituzione apostolica di san Paolo VI sul senso e l’uso delle indulgenze nella Chiesa cattolica, la Indulgentiarum doctrina. Il documento, pubblicato il 1º gennaio 1967, rielabora, circa l’ordine e la coerenza, tutto il vasto campo della questione riguardante le indulgenze: non si occupa tanto di definire quali e quante siano le indulgenze concesse. Richiama piuttosto e chiarisce i fondamenti dottrinali delle indulgenze stesse. La Indulgentiarum doctrina è un documento decisamente breve, suddiviso in due parti: la prima parte contiene gli elementi dottrinali e una brevissima storia della pratica delle indulgenze, e si compone di 12 paragrafi; la seconda parte contiene 20 norme che regolano l’uso e la concessione delle indulgenze. Tra queste, la XIII afferma esplicitamente che l’Enchiridion indulgentiarum o il Manuale delle indulgenze sarà riveduto in modo che solamente le più importanti preghiere e opere di pietà, di carità e di penitenza siano indulgenziate. 

    Cosa che fu fatta ad opera della Penitenzieria Apostolica nel 1968. Nel 1999 ne è stata stampata la quarta edizione, con ulteriori adeguamenti. E’ doveroso il rimando a questo strumento magisteriale per un quadro autoritativo e completo circa l’elenco delle indulgenze plenarie e parziali e le condizioni richieste per ottenerle.

Una parola di Giovanni Paolo II, in occasione del Grande Giubileo del 2000 

Tra i fedeli, spiegava san Giovanni Paolo II, “si instaura un meraviglioso scambio di beni spirituali… Esistono persone che lasciano dietro di sé come un sovrappiù di amore, di sofferenza sopportata, di purezza e di verità, che coinvolge e sostiene gli altri. È la realtà della ‘vicarietà’, sulla quale si fonda tutto il mistero di Cristo. Il suo amore sovrabbondante ci salva tutti. Nondimeno fa parte della grandezza dell’amore di Cristo non lasciarci nella condizione di destinatari passivi, ma coinvolgerci nella sua opera salvifica… Tutto viene da Cristo, ma poiché noi apparteniamo a lui, anche ciò che è nostro diventa suo e acquista una forza che risana. Ecco che cosa si intende quando si parla del ‘tesoro della Chiesa’, che sono le opere buone dei santi. Pregare per ottenere l’indulgenza significa entrare in questa comunione spirituale e quindi aprirsi totalmente agli altri. Anche nell’ambito spirituale, infatti, nessuno vive per sé stesso. E la salutare preoccupazione per la salvezza della propria anima viene liberata dal timore e dall’egoismo, solo quando diviene preoccupazione anche per la salvezza dell’altro. È la realtà della comunione dei santi, il mistero della ‘realtà vicaria’, della preghiera come via di unione con Cristo e con i suoi santi. Egli ci prende con sé per tessere insieme a lui la candida veste della nuova umanità, la veste di bisso splendente della Sposa di Cristo” (Incarnationis Mysterium, 10).

La riflessione conclusiva di Joseph Ratzinger 

In definitiva – spiegava al riguardo l’allora cardinale Joseph Ratzinger parlando dell’indulgenza della Porziuncola – dobbiamo passare attraverso le tortuosità della storia e delle idee teologiche fino a ciò che è semplice: alla preghiera, con cui ci lasciamo cadere, abbandonandoci, nella comunione dei santi, per cooperare insieme a loro all’eccedenza del bene nei confronti dell’apparente onnipotenza del male, sapendo che tutto in fin dei conti è grazia.

L’indulgenza nella Chiesa è sempre attuale 

Precisamente in questo senso l’indulgenza è sempre attuale. Essa spiana la strada a chi vuole ricominciare il suo amore con Dio.

    È possibile “bruciare il peccato” e lasciarsi alle spalle le cose di prima. 

È possibile ripartire per un nuovo tempo di grazia, che prepara e anticipa la liberazione definitiva.

                        + Enrico dal Covolo

                            Vescovo tit. di Eraclea

                Assessore nel Pontificio Comitato di Scienze Storiche

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