Mons. Dal Covolo, Omelia ordinazione diaconale

OMELIA PER L’ ORDINAZIONE DIACONALE DI ANDREA

Roma, Sacra Famiglia di Nazaret

Domenica 2 ottobre 2022 

    Cari fratelli e sorelle,

    vorrei conversare brevemente con voi sulle letture, che abbiamo appena ascoltato. In questo modo mi riferirò all’evento, che oggi celebriamo insieme con grande gioia, l’ordinazione diaconale del carissimo Andrea, figlio della Sacra Famiglia di Nazaret. 

    Le letture di oggi ruotano attorno ad alcuni temi caratteristici del ministero diaconale.

    La fede, anzitutto, senza la quale questo stesso rito di ordinazione sarebbe incomprensibile. E’ questo il tema della prima lettura: il giusto – nel nostro caso, Andrea – “vivrà per la sua fede”.

    Poi, nella seconda lettura, Paolo ricorda a Timoteo l’imposizione delle mani, con la quale egli stesso – l’apostolo Paolo – ha consacrato Timoteo, e gli disegna un vero e proprio identikit del ministro ordinato. In buona sostanza, egli raccomanda a Timoteo (e oggi a te, Andrea): “Custodisci, mediante lo Spirito santo che abita in noi, il dono prezioso che ti è stato affidato”.

    La terza lettura, il Vangelo, torna sul tema della fede, coniugandolo però con il servizio. Il diacono è un servo che non deve mai insuperbire, perché senza la fede e la grazia di Dio, egli sarebbe “un servo inutile”. 

    E’ proprio nello spirito di queste letture che oggi io consacro con il Sacramento dell’Ordine Andrea, nostro fratello.

    1. Diacono, lo sappiamo tutti, significa servo

Il Fondatore dei Figli della Sacra Famiglia, san Giuseppe Manyanet, ci ha lasciato su questo tema un’esortazione significativa, riportata nelle Costituzioni dell’Istituto: “Tutti quelli che, per bontà del Signore – scrive –, sono stati chiamati da Lui a far parte di questa Congregazione abbiano sempre presente e ben fisso nella mente che, sull’esempio di Gesù, Maria e Giuseppe, essi sono venuti non per essere serviti, ma per servire, e dare la propria vita per tutti, e portare tutti a Cristo”.

Precisamente per questo servizio, per “portare tutti a Cristo”, carissimo Andrea, tu sarai ordinato Diacono. 

    2. Ed ecco il messaggio che ti lascio, mio carissimo fratello e figlio. Riassumo questo messaggio in tre punti, che intitolo così: “Essere diacono”.

    * Essere diacono è anzitutto un mistero di Dio Trinità; è un mistero del Padre, che ti ha chiamato; del Figlio, che orienta la tua risposta, configurandoti sempre più intimamente a lui; dello Spirito, che oggi ti consacra e ti invia nella missione. Vivi nella preghiera e nell’intimità profonda, nella costante contemplazione di questo mistero d’amore! Questo Amore trinitario, che in maniera mirabile si riflette nella Famiglia di Nazaret, tu devi portarlo alla gente, alle famiglie del mondo.

    * Essere diacono – l’abbiamo già detto – significa essere servo, “schiavo” dell’amore. La tua libertà ormai è tutta per amare e per servire. Non sei più libero di amare o di non amare, di servire o di non servire: sei libero per amare e per servire; e questo, ormai, per sempre.

    * Essere diacono, infine, significa essere testimone dell’amore, a costo della vita stessa. Il diacono è un martire, nel senso che la testimonianza della sua diakonia non potrà mai arretrare, a tutti i costi. Non per nulla Stefano, che è il primo diacono, è anche il primo martire di Cristo.

***

    È tempo di concludere. Lo faccio con tutto l’affetto e l’augurio del cuore: un augurio che tra poco si trasformerà in preghiera consacratoria. L’augurio è che tu, carissimo Andrea, sia capace di realizzare sempre di più, nella tua storia di vocazione, quello che sei chiamato ad essere realmente: uomo di Dio, in perenne intimità con il suo mistero di amore; e diacono, cioè servo e testimone di tutti, ma specialmente delle famiglie, sempre più bisognose della testimonianza del Vangelo. 

    Il Signore ti confermi in questi santi propositi. Ti benedica la Sacra Famiglia di Nazaret, ti benedica San Giuseppe Manyanet, modello esemplare di diacono e di sacerdote. 

Enrico dal Covolo

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