Mons. Dal Covolo, Omelia per il 50° di professione religiosa

Cinquantesimo di professione religiosa

Eraclea, 3 settembre 2023

Cari fedeli e cari concittadini,

in questa domenica, nella quale ho scelto di celebrare con voi il mio cinquantesimo di professione religiosa nella Famiglia Salesiana, la Parola del Signore ci offre alcuni spunti preziosi per approfondire nella fede il significato di questa ricorrenza.

1. Anzitutto, potrei ripetere anch’io – come molti di voi – le parole del profeta Geremia: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre…”. 

Quando – cinquant’anni fa, ad Albaré di Costermano (Verona) – ho professato i voti di castità, povertà e obbedienza, non potevo certo prevedere quanto il Signore sarebbe stato buono con me. Mi ha fatto sacerdote, mi ha fatto Vescovo, mi ha donato questa splendida Diocesi di Eraclea. Mi ha riempito dell’affetto di tante persone, di confratelli e amici, e mi ha reso padre di una moltitudine di giovani… 

Grazie, Signore! Il mio canto di lode si snoda tra il Magnificat e il MiserereMagnificat per le grandi cose che il Signore ha fatto per me; Miserere, perché rimango un povero peccatore, che spesso non corrisponde alla grazia di Dio.

2. Poi, nella seconda lettura, Paolo ci raccomanda di non conformarci allo spirito di questo mondo che passa, ma di lasciarci trasformare, di rinnovarci continuamente, seguendo la volontà di Dio. 

E’ quello che ho cercato di fare in questi cinquant’anni, consacrandomi al Signore per il bene dei giovani, soprattutto i più poveri, proprio come voleva Don Bosco. Ho cercato di educarli all’amore vero, non a quello delle canzonette del mondo, ma piuttosto all’amore di una mamma, che è disposta a dare la vita per i propri figli…

3. Ma il testo più forte, che ci invita tutti alla conversione, è quello del Vangelo di oggi. Sono le parole di Gesù, che ci dice: “Se qualcuno vuole venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce, e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.

Cari fratelli e sorelle, qui sta il segreto della vita: perdersi per ritrovarsi.

E’ la legge dell’amore: rinunciare a se stessi, al proprio egoismo, per “far essere di più” le persone che amiamo. 

Certo, questo significa passare attraverso la croce: ma non dobbiamo averne paura. In qualunque vocazione, nella mia, come nella vostra, vale la legge dello spreco: buttarsi senza risparmio nel servizio di Dio e del prossimo.

La mia povera Mamma, che era una santa, mi ha insegnato, fin da piccolino: “Enrico, se non vuoi soffrire, non devi neppure amare”.

Ma che cos’è la vita, senza l’amore? Per amore io mi sono fatto salesiano, cinquant’anni fa: “Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre”.

Pregate per me, cari figli e figlie, cari fratelli e sorelle… Stringiamo oggi, in questa Chiesa di Eraclea, un patto solenne: corriamo insieme la corsa dei santi, facciamo a gara nella santità e nell’amore.

Maria santissima, che in questo Duomo veneriamo come Concetta Immacolata, cioè senza peccato alcuno, ci guida, ci trascina per mano, e con infinito amore ci conduce al suo Figlio, al nostro Fratello e Amico, al suo, al nostro Gesù.

Amen!

+ Enrico dal Covolo 

          Vescovo tit. di Eraclea

Assessore nel Pontificio Comitato di Scienze Storiche

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