Mons. Dal Covolo, Omelia per la Messa del mercoledì delle ceneri

Omelia per la Santa Messa delle Ceneri

Roma, Università Pontificia Salesiana, 2 marzo 2022

Cari fratelli e sorelle,

l’austero Rito delle Ceneri, e le parole severe che l’accompagnano: «Convertitevi, e credete al Vangelo!», inaugurano l’itinerario della Quaresima, vale a dire i quaranta giorni di penitenza, che ci conducono al solenne Triduo Pasquale.

  1. La Quaresima trascorre così tra due segni formidabili: la cenere sul capo, oggi; e l’acqua sopra i piedi, al termine della Quaresima stessa, nella celebrazione del Giovedì santo.

Dalla testa ai piedi. Di per sé è un percorso breve: se uno è alto, ma proprio alto, è un metro e novanta, difficilmente di più. Per me, che sono piccolino, bastano centosettanta centimetri.

Eppure, il cammino di conversione della Quaresima è talmente lungo e impegnativo, che non bastano quaranta giorni: ci vuole tutta una vita.

Occorre convertire “la testa”, e proprio per questo le imponiamo le Ceneri. Bisogna far capire alla nostra povera testa che l’acqua versata sui piedi è la cosa più importante di tutte: che il servizio degli altri, così come ha fatto Gesù, è il vero senso della vita.

Bisogna far morire l’egoismo nel nostro modo di pensare (ecco, di nuovo la cenere sul capo); solo così potremo accogliere, come rivolta a noi, la profezia di Gesù a Maria, quella donna che a Betania, un giorno, gli lavò e gli profumò i piedi: «Hai fatto questo per la risurrezione».

Sì, cari fratelli e sorelle, ecco il senso profondo della Quaresima: quaranta giorni per morire e poi risorgere! Morire a noi stessi, al nostro egoismo; e risorgere poi alla vita nuova dell’amore.

2.    «La Quaresima», scrive da parte sua il Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2022, «ci invita alla conversione, a cambiare mentalità, così che la vita abbia la sua verità e bellezza non tanto nell’avere, quanto nel donare, non tanto nell’accumulare, quanto nel seminare il bene e nel condividere». 

E’ questo, in buona sostanza, il pressante invito che viene a noi dalle Letture di oggi. Esse ci richiamano con forza le tre parole-chiave della Quaresima: le opere della carità, la preghiera, il digiuno. Con questo ordine Matteo le illustra, nel brano del Discorso della montagna che abbiamo appena ascoltato; e insieme ci spiega che cosa dobbiamo fare per metterle in pratica in modo corretto.

L’Apostolo Paolo ci avverte: «Ecco ora il tempo favorevole; ecco ora il giorno della salvezza!».

Perché, come abbiamo letto nel Libro del profeta Gioele, il Signore oggi si rivolge a ciascuno di noi, in tono accorato, e ci invita: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti… Ritornate al Signore, vostro Dio: egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, e grande nell’amore!». 

3.     Anche il Messaggio del Papa per la Quaresima torna sulle tre parole-chiave che abbiamo incontrato in Matteo, anche se non nel medesimo ordine. Lo fa in tre densi paragrafi, così intitolati: anzitutto, «non stanchiamoci di pregare»; in secondo luogo, «non stanchiamoci di estirpare il male dalla nostra vita. Il digiuno corporale, a cui ci chiama la Quaresima, fortifichi il nostro combattimento contro il peccato»; infine, «non stanchiamoci di fare il bene nella carità operosa verso il prossimo». 

4.     Carissimi, come vi dicevo prima, per questi impegni non bastano i quaranta giorni della Quaresima. Ci vuole un impegno più alto di due metri di statura! Ci vuole una crescita che accompagna la vita intera!

Però in questi quaranta giorni siamo invitati a realizzare un “concentrato” di questo impegno. E questo “concentrato” di impegno siamo chiamati a realizzarlo nella nostra Università, a livello personale e comunitario.

        «La Vergine Maria, che custodiva tutte le cose confrontandole nel suo cuore» – così conclude il suo Messaggio il Papa Francesco, e cosi concludo anch’io –, «ci sia vicina con la sua materna presenza, affinché questo tempo di conversione porti frutti di salvezza eterna». 

E – aggiungo io, ma sempre sull’onda di Papa Francesco – che la materna presenza di Maria porti frutti di pace anche su questa terra, dinanzi alla tragica crisi che minaccia l’Europa e il mondo intero.  

Amen!

+ Enrico dal Covolo

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