Mons. Dal Covolo, Omelia per la Messa delle Ceneri

Omelia per la Santa Messa delle Ceneri

Roma, Chiesa di Santa Bibiana

Cari fratelli e sorelle,

l’austero Rito delle Ceneri, e le parole severe che l’accompagnano: «Convertitevi, e credete al Vangelo!», inaugurano l’itinerario della Quaresima, vale a dire i quaranta giorni di penitenza, che ci conducono al solenne Triduo Pasquale.

  1. La Quaresima trascorre così tra due segni formidabili: la cenere sul capo, oggi; e l’acqua sopra i piedi, al termine della Quaresima stessa, nella celebrazione del Giovedì santo.

Dalla testa ai piedi. Di per sé è un percorso breve: se uno è alto, ma proprio alto, il percorso è di un metro e novanta, difficilmente di più. Per me, che sono piccolino, bastano centosettanta centimetri.

Eppure, il cammino di conversione della Quaresima è talmente lungo e impegnativo, che non bastano quaranta giorni: ci vuole tutta la vita.

Occorre convertire “la testa”, e proprio per questo le imponiamo le Ceneri. Bisogna far capire alla nostra povera testa che l’acqua versata sui piedi è la cosa più importante di tutte: che il servizio degli altri, così come ha fatto Gesù, è il vero senso della vita.

Bisogna far morire l’egoismo nel nostro modo di pensare (ecco, di nuovo la cenere sul capo); solo così potremo accogliere, come rivolta a noi, la profezia di Gesù a Maria, quella donna che a Betania, un giorno, gli lavò e gli profumò i piedi: «Hai fatto questo per la risurrezione».

Sì, cari fratelli e sorelle, ecco il senso profondo della Quaresima: quaranta giorni per morire e poi risorgere! Morire a noi stessi, al nostro egoismo; e risorgere poi alla vita nuova dell’amore.

2. Il Messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2023 si intitola così: “Ascesi quaresimale, itinerario sinodale”. Il Papa ha scelto una sorta di “icona di riferimento” per il suo Messaggio; l’episodio della Trasfigurazione, l’ascesa e la discesa dal Monte Tabor. «In Quaresima, scrive Francesco, siamo invitati a “salire su un alto monte” insieme a Gesù, per vivere con il Popolo santo di Dio una particolare esperienza di ascesi. L’ascesi quaresimale è un impegno, sempre animato dalla Grazia, per superare le nostre mancanze di fede e le resistenze a seguire Gesù sul cammino della croce… Per approfondire la nostra conoscenza del Maestro, per comprendere e accogliere fino in fondo il mistero della salvezza divina, realizzata nel dono totale di sé per amore, bisogna lasciarsi condurre da Lui in disparte e in alto, distaccandosi dalle mediocrità e dalle vanità. Bisogna mettersi in cammino, un cammino in salita, che richiede sforzo, sacrificio e concentrazione, come un’escursione in montagna». 

3. E’ questo, in buona sostanza, il pressante invito che viene a noi anche dalle Letture di oggi. Esse ci richiamano con forza le tre parole-chiave della Quaresima: le opere della carità, la preghiera, il digiuno. Con questo ordine Matteo le illustra, nel brano del Discorso della montagna che abbiamo ascoltato; e insieme ci spiega che cosa dobbiamo fare per metterle in pratica in modo corretto.

L’Apostolo Paolo ci avverte: «Ecco ora il tempo favorevole; ecco ora il giorno della salvezza!».

Perché, come abbiamo letto nel Libro del profeta Gioele, il Signore oggi si rivolge a ciascuno di noi, in tono accorato, e ci invita: «Ritornate a me con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti… Ritornate al Signore, vostro Dio: egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, e grande nell’amore!». 

4. Carissimi, come vi dicevo prima, per questo impegno non bastano i quaranta giorni della Quaresima. Ci vuole un impegno più alto di due metri di statura! Ci vuole una crescita che accompagna la vita intera!

Però in questi quaranta giorni siamo invitati a realizzare un “concentrato” di questo impegno. E questo “concentrato” siamo chiamati a realizzarlo a livello personale e comunitario, nella famiglia, nella scuola, nel lavoro, nella Chiesa…

Che la Vergine Maria ci sia vicina con la sua materna presenza, perché questo itinerario quaresimale e sinodale porti frutti di salvezza eterna. Preghiamo anche perché questa materna presenza ci doni presto la pace, dinanzi alla tragica crisi che minaccia l’Europa e il mondo intero.  

Amen!

+ Enrico dal Covolo

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