Mons. Dal Covolo, Sopra le rocce

A PROPOSITO DEL VOLUME

Assalto a quota 731 “Monastero” 

di Pier Luigi Villari

Anche questo mio breve intervento vuole essere un omaggio di stima e di amicizia all’instancabile Autore e Amico, il Cav. Dott. Pier Luigi Villari, “scrittore ormai famoso”, come già ho avuto modo di scrivere nella Prefazione del volume, “di numerosi libri di storia contemporanea, vergati con passione e con uno stile inconfondibile, che ha quasi del romanzesco, ma sempre con il supporto di una documentazione rigorosa, e in molti casi inedita”.

Tuttavia non è opportuno riportare qui le parole della Prefazione: si possono leggere comodamente alle pp. 10-11 dello stesso libro.

Preferisco intrattenermi su due figure eroiche di Confratelli Sacerdoti: precisamente sul Tenente Cappellano Don Stefano Ave, del 71mo Reggimento, Divisione di Fanteria “Puglie” (Schiavon, 1908 – Vicenza, 1982) e sul Tenente Cappellano Salvatore Fiore, del 14mo Reggimento Artiglieri da montagna della Divisione Fanteria “Ferrara” (Fondi, 1912 – Fondi, 1992).


1. 

Don Stefano Ave fu inviato in Albania come Cappellano militare ai primi di febbraio del 1941. Di stanza a Peje, nell’attuale Kosovo, il Cappellano era sempre al fianco dei militari italiani. Poté seguire così tutta la tragica e dolorosa vicenda dell’“Operazione Primavera”. Villari riporta la testimonianza di Gianni Pieropan, anch’egli reduce dal medesimo fronte, che scrisse un commovente opuscolo in “Ricordo di Mons. Stefano Ave, sacerdote e soldato”.

Quando, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, i tedeschi catturarono il Reggimento e lo trasferirono nel lager di Sonnenburg, don Ave – pur potendo essere esonerato come Cappellano da tale inumana prigionia – preferì restare con i suoi soldati, per continuare la propria opera di assistenza spirituale, sempre diffondendo serenità e buonumore, all’insegna della predicazione del Vangelo e della misericordia di Dio.

Dell’opera inesauribile di don Ave in più di cinque anni di servizio come Cappellano militare fanno fede le numerose testimonianze raccolte da Villari in varie lettere dei suoi ex-commilitoni.

Don Ave fu decorato con la Croce di Guerra al Valor Militare, e coronò il suo ministero sacerdotale come parroco e canonico della Cattedrale di Vicenza (1956-1980). 

Due anni dopo egli concludeva la sua operosa giornata terrena, lasciando un ricordo indelebile in coloro che hanno potuto conoscerlo.



2.

L’altro Tenente Cappellano, di cui voglio fare memoria, è don Salvatore Fiore. 

Il 19 giugno 1940 fu inviato in Albania per prestare assistenza religiosa alle truppe impegnate sul fronte della Grecia e dei Balcani. La sua azione fu eroica e preziosa nell’incoraggiamento dei soldati, nel reperire cibo e vestiario, nel soccorrere i feriti, nel raccogliere i caduti, nel recuperare medicinali…

Venne catturato dai Tedeschi a Tirana, e soffrì per due lunghi anni una dura prigionia nei lager della Polonia e della Germania, dove in ogni caso continuò a esercitare il proprio ministero nei confronti degli altri prigionieri.

Liberato il 10 agosto 1945, svolse ancora prestigiosi servizi pastorali nell’Aeronautica Militare, ricevendo anche significativi riconoscimenti dalla Santa Sede,

Trascorse i suoi ultimi anni di vita a Fondi, dove era nato, al servizio dell’Arcivescovo di Gaeta, fino al 27 gennaio 1992, quando concluse la sua laboriosa vicenda terrena.

                                               ***

Sarebbero molti altri gli eroi che Villari con il suo libro ha inteso salvare da sicuro oblio, ma ho preferito limitarmi a questi due Confratelli, che con assoluta abnegazione e fede nel Signore hanno donato alla Patria anni preziosi della loro vita.

                                                                             + Enrico dal Covolo

                                     Assessore nel Pontificio Comitato di Scienze Storiche

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