Mons. Paolo Ricciardi, La Trasfigurazione

Le cartine di montagna segnano se il sentiero è per tutti, se è medio o se è per esperti. Un carpentiere, oggi, rende esperti tre pescatori – e noi con loro – su un percorso inesplorato, per poi farli discendere profondamente trasformati.
Sul Tabor li attende un “rifugio” di Luce nuovo e sorprendente. Con Gesù ci sono Mosè ed Elia, non tanto perché “la Legge e i Profeti”, ma perché conoscono i monti, il Carmelo, il Sinai… e odorano di Fuoco e di Vita. Negli occhi del primo c’è un roveto che arde; nel cuore del secondo c’è un carro incandescente che lo porta in Cielo. Di Mosè non si sa dove sia la tomba; Elia è stato rapito in alto e forse un giorno tornerà.
Entrambi, uniti a Gesù, sono illuminati e illuminano di Vita.
In Quaresima la tappa del monte richiama anche noi sacerdoti a rigustare questa Vita, attratti dal mistero del Trasfigurato, consapevoli che per arrivare a Pasqua si passa per la croce.
Anche Pietro, che vuole tre capanne – preso subito dal “fare”, come noi – dovrà passare per la croce dei tre “no”, quando tenterà invano di scaldarsi al fuoco, per giungere ai tre “Ti voglio bene”, accanto alla brace preparata dal Risorto sulla riva.
Capirà la Grazia di alzare gli occhi e di vedere Gesù solo. Ogni giorno, pure per poco, occorre che saliamo sul monte e alziamo gli occhi. Gesù solo ci “illuminerà d’Immenso”, per tornare alla pianura trasformati. Buona Domenica!

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