Guido Oldani, Tre poesie sul Natale

QUESTO NATALE

è il natale più vero che ricordi

in cui l’abito e il trucco non consola

e il presepe vivente è l’ospedale.

la noia è i pacchetti dei regali

e il virus dove viaggia spadroneggia,

fa la crociera ma non vuol pagare

e va a sciare da mattina a sera

però io canto “scendi dalle stelle”

e di babbo natale me ne frego

come già dell’abete illuminato,

“gesù inchiodato salvaci la pelle”.

NATIVITA’ OVUNQUE

qui sul tavolo dove scrivo i fogli,

il natale dei due col bambino

è un bicchiere di vetro stretto ed alto

con tre penne, ma una è la matita

corta che scrive con dell’oro chiaro

e la coppia è giuseppe con maria:

stilografica lei, lui una biro

eppure in questo poco vive il tanto

santo, che sta anche in questa stanza mia.

PRESEPE SANTO

è un bastone di pane il falegname

e una brocca di vino la ragazza,

gesù la messa che noi celebriamo.

e l’angelo volante è una zanzara

che il carillon lo suona sibilando

ed il virus quest’oggi non ci punge,

la neve è il bianco latte che si munge.

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