Mons. Dal Covolo, La famiglia e l’amore

Questa non è una prefazione alla pregevole monografia di Victor Bangwe. Non ho la competenza per entrare nello specifico della materia da lui trattata.

Pertanto non scrivo come esperto di problemi di catechesi famigliare. Svolgerò semplicemente qualche osservazione sul matrimonio e sulla famiglia, come può farlo un pastore della Chiesa cattolica, che – come salesiano – si è pure occupato di educazione e di catechesi, ma – come studioso – ha coltivato prevalentemente le discipline della Chiesa antica.

1. Così comincio proponendo un testo illustre e venerando. 

“Chi mai” – scriveva Tertulliano diciotto secoli fa – “chi mai sarà all’altezza di descrivere la felicità di un matrimonio che la Chiesa consacra, l’Eucarestia conferma, la benedizione sigilla, gli angeli acclamano e il Padre approva? Com’è bello il giogo che unisce due credenti che hanno un’unica speranza, uno stesso desiderio, una medesima regola di vita, una stessa volontà di servizio! Non c’è nessuna separazione tra loro, né di carne né di spirito. Sono veramente ‘due in una carne sola’. Ma dove c’è una sola carne, lì c’è anche un solo spirito: insieme infatti pregano, si istruiscono a vicenda, a vicenda si esortano e si sostengono. Insieme alla Chiesa di Dio, insieme alla Mensa del Signore, insieme nelle difficoltà, insieme nella gioia. A vedere e a sentire queste cose, Cristo ne gode e manda ad essi la sua pace. Là dove sono i due, là c’è anche lui” (Tertulliano, Alla moglie 2,8).

2. A ben guardare, è veramente tutto qui: per leggere il matrimonio alla luce della fede, per educare i giovani al matrimonio e alla famiglia, è indispensabile imparare il gusto di intrattenersi con Lui, il grande amico degli sposi cristiani. Parlare, pregare insieme a Lui, ascoltare la sua Parola, fare intimità con Lui in famiglia. E’ necessario accostarsi spesso ai sacramenti: l’eucarestia, la riconciliazione, i poveri da amare e da aiutare…

Uno non può dare ciò che non ha. Se gli sposi non sono pieni di quell’amore autentico, che viene da Dio – che è Dio – come potranno educare i figli nell’amore?

E quando questo amore c’è, allora capitano i miracoli. Anche i più lontani ne restano contagiati.

3. C’è un’antica ballata irlandese, che canta così: “Se ogni uomo gettasse un fiore sul cammino del suo prossimo, le strade del mondo sarebbero piene di gioia”.

Gli sposi cristiani, costruendo la loro famiglia, gettano sulle strade del mondo il fiore più bello, che si chiama amore. Questa è la missione santa, che il Signore affida alle famiglie: ed esse devono chiedere che ogni giorno il Signore faccia nuovo l’amore – nonostante qualsiasi problema e difficoltà –, così come tanti anni fa Gesù fece nuovo il vino a Cana di Galilea, in una festa di nozze.

4. Sono partito da uno scrittore antico della Chiesa. 

Concludo ora con le parole di un Padre dei nostri giorni, innamorato della famiglia. Nella sua Lettera alle famiglie san Giovanni Paolo II ha lasciato scritto così: “Coniugi e famiglie di tutto il mondo, con voi è lo Sposo! Proprio voi, cari padri e madri, siete i primi testimoni e ministri di una nuova nascita dallo Spirito Santo. Voi, che generate i vostri figli per la patria terrena, non dimenticate che al tempo stesso li generate per Dio… La Santa Famiglia, icona e modello di ogni famiglia umana, aiuti ciascuno a camminare nello spirito di Nazaret; aiuti ogni nucleo familiare ad approfondire la propria missione civile ed ecclesiale mediante l’ascolto della Parola di Dio, la preghiera fraterna e la condivisione di vita…”.

“Con questi sentimenti” – conclude il Papa, e così concludo anch’io – “benedico ogni famiglia nel nome della Santissima Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo” (nn. 22-23).

                        + Enrico dal Covolo

Vescovo tit. di Eraclea

Assessore nel Pontificio Comitato di Scienze Storiche

    Roma, Pasqua di Resurrezione 2022.

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