Mons. Dal Covolo, Omelia per San Bernardo abate

OMELIA PER SAN BERNARDO ABATE

Abbazia di Casamari, 20 agosto 2022

+ Enrico dal Covolo

Carissimi,

di per sé l’omelia è una semplice conversazione sulla Parola di Dio che la liturgia ci propone.

Questa volta però – data l’eccezionalità del caso – terremo sullo sfondo le letture che abbiamo appena ascoltato, per mettere al centro della nostra meditazione il santo, che oggi celebriamo: san Bernardo di Chiaravalle. Egli morì il 20 agosto, come oggi, del 1153. E’ chiamato “l’ultimo dei Padri della Chiesa”, perché nel XII secolo rinnovò e concluse – per così dire – la grande teologia dei Padri.

Non mi fermo adesso a parlare della vita di Bernardo, che già molti di voi conoscono. Preferisco invece intrattenermi su due aspetti centrali della dottrina di Bernardo, un po’ come fece alcuni anni fa il papa emerito Benedetto XVI in una sua celebre catechesi. Questi due aspetti riguardano Gesù Cristo e Maria santissima.

1. Nel suo commento al Cantico dei Cantici l’abate di Chiaravalle non si stanca di ripetere che uno solo è il nome che conta, quello di Gesù Nazareno. “Arido è ogni cibo dell’anima, se non è condito con questo olio; insipido, se non è condito con questo sale. Quello che scrivi non ha sapore per me, se non vi avrò letto Gesù. Quando discuti o parli, nulla ha sapore per me, se non vi avrò sentito risuonare il nome di Gesù. Gesù, miele nella bocca, canto nell’orecchio, giubilo nel cuore (mel in ore, in aure melos, in corde iubilus)”. 

Come si giustifica questo inno appassionato del santo abate? 

La verità è che Bernardo resta affascinato da una profonda certezza di fede. Grazie al sacrificio di Cristo, egli si sente raggiunto dalla santità di Dio: “Quello che io non posso ottenere da me stesso”, cioè la santità, scrive in un altro Sermone sul Cantico dei Cantici, “io me lo approprio (usurpo!) con fiducia dal costato trafitto del Signore”. Ecco il colpo di mano della santità! Secondo i nostri Padri, Maria e i santi sono quelli che hanno fatto in modo esemplare questo colpo di mano…

Per Bernardo, la vera conoscenza di Gesù – quella che consente il colpo di mano della santità – si raggiunge soltanto con l’amore. E’ quel conoscere di cui parla la Bibbia: “Adamo conobbe Eva, sua sposa, la quale concepì”. Tale è per Bernardo la definizione ultima del “conoscere Gesù Cristo”: è l’unione d’amore con lui.

Miei cari, questo vale per ciascuno di noi. La fede cristiana non è anzitutto una dottrina, un insieme di comandi, di divieti, di formule da recitare… 

La fede in Cristo è prima di tutto un incontro personale, intimo con Gesù. Significa crescere nell’amicizia con lui, attraverso la preghiera, i sacramenti, l’ascolto assiduo della Parola di Dio, il servizio degli altri, soprattutto dei poveri…

2. Trascorro ora al secondo aspetto centrale dell’insegnamento di Bernardo.

In un altro Sermone egli descrive in termini appassionati l’intima partecipazione di Maria alla passione e alla morte di Gesù. 

“O santa Madre”, esclama Bernardo, “veramente una spada ha trapassato la tua anima! Del resto non avrebbe penetrato la carne del Figlio, se non trapassando l’anima della Madre. In verità dopo che il tuo Gesù – che è di tutti, ma soprattutto tuo – emise lo spirito, la lancia crudele non poté certo toccare la sua anima: essa aprì il suo fianco non avendo pietà neppure di un morto, al quale non poteva più recare danno; ma trapassò la tua anima. Naturalmente l’anima di lui non era già più lì: ma la tua non poteva assolutamente strapparsene. Così la violenza del dolore trapassò la tua anima, a tal punto che non immeritatamente noi ti acclamiamo più che martire, poiché in te il sentimento della partecipazione alla passione [compassionis affectus] superò la sofferenza della passione fisica del Figlio…”. 

Il passo attesta con sicurezza la subordinazione di Maria rispetto a Gesù, secondo i fondamenti della mariologia tradizionale. Ma il Sermone di Bernardo documenta altresì il posto privilegiato della Vergine nell’economia della salvezza, a seguito della sua speciale “associazione” alla vita e alla morte del Figlio: Maria ha con-patito con lui! 

3. Queste due riflessioni, che descrivono l’invaghimento di Bernardo per Gesù e per Maria (egli era convinto che uno dei due amori conduce all’altro, tanto da affermare: Per Mariam ad Iesum); ebbene, queste due riflessioni ci provocano salutarmente, e ci invitano a percorrere la medesima via di Bernardo, la via della santità, scandita dall’innamoramento per Gesù e per Maria.

Concludo – come già fece a suo tempo Benedetto XVI – con un’invocazione alla Madonna, che leggiamo in un’altra splendida omelia di Bernardo: “Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria… Se tu la segui non puoi deviare, non puoi disperare; se ella ti sorregge, non cadi: se ella ti protegge, non hai da temere; se ella ti guida non ti stanchi; se ella ti è propizia, giungerai alla mèta della santità”.

E così sia, per ciascuno di noi. 

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