Popolo della Famiglia e pensiero unico. Intervista a Mario Adinolfi

D: Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, viviamo in un’epoca in cui si direbbe che un pensiero unico cerca di teleguidare le persone attraverso il potere della formazione e dell’informazione. Sembra tutt’al più di vedere il “bianco” del sistema e il “nero” di frange altrettanto ideologizzate. Per le sfumature di ricerca autentica del vero pare talora lo spazio sia esiguo.

R: Il pensiero unico può diventare un alibi. Vi è sempre stato un conformismo verso il potere dominante.

D: Vi sono state epoche, come negli anni ’70, in cui vi era una maggiore varietà e originalità di espressioni? Ciò era dovuto anche all’esistenza di due blocchi dominanti contrapposti, USA e URSS?

R: A quell’epoca per una serie di motivi storico-culturali vi era più pensiero, questo sì. Ma i due blocchi costringevano anch’essi in gabbie.

D: Perché parlavi di alibi?

R: Perché ci si può arrendere al conformismo invece di avere il coraggio di sviluppare vie alternative.

D: Vi sono ostacoli profondi allo sviluppo di vie alternative? La scuola del pensiero falsamente neutro, di una inesistente razionalità astratta, non ha sradicato da tanti la fede così diffusa e sentita? Al punto che sempre meno giovani credono?

R: Appunto certamente si sarebbe potuto porre attenzione a ciò e con più coraggio. Forse anche sviluppando nei seminari una preparazione di maggiore spessore.

D: Oggi gli spazi di libertà sembrano angusti. Il crollo delle ideologie, ossia di filosofie della ragione astratta, ha condotto al nichilismo ed ora ad un filantropismo del mero fare, tecnicista, omologante. Ossia una parabola della ragione astratta, che al fondo resta. Persone che cercavano più giustizia e uguaglianza sono dunque passate senza avvedersene ad approvare tale visione che parla di solidarietà ma nega alle persone di maturare sin dalla scuola alla luce di ciò in cui crede e dunque anche di un solo allora autentico scambio.

R: La fede può sviluppare luci profonde. Il Popolo della Famiglia, il quotidiano La Croce, cercano di animare percorsi vivi, partecipati. Qualcuno le considera minoranze ma duecentomila e oltre voti, qualche migliaio di lettori, sono una minoranza?

D: E poi le persone motivate stimolano tanti. Ma senza l’appoggio della Chiesa è più difficile. Vi è questo appoggio o per ora i numeri sono esigui per poter venire presi in considerazione?

R: Non credo sia questione di numeri. Sono un cristiano obbediente. Al tempo stesso il Popolo della Famiglia segue alcune piste…

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